I metodi di produzione del metallo argentato (silver plate silverplate) (2023)

GENERALITA'

Sebbene i manufatti in metalloargentato (il cosiddetto silverplate) non siano l’oggetto del presentesito, è comunque essenziale conoscere gli aspetti fondamentali di questoparticolare settore di collezionismo, almeno per quanto concerne il Regno Unito,al fine di poter distinguere tra questi e quelli realizzati in argento massiccio.

Il termine silverplateindividua in maniera generica un manufatto realizzato con un metallo non nobile(es. rame o ferro) o una lega metallica (peltro, alpaca, ottone, ecc.), rivestitoin argento, indipendentemente dalla tecnica che è stata impiegata per ottenerequesto risultato.

Nel corso degli anni si sonosuccedute varie tecniche rispondenti a questo scopo e, quindi, per potercomprenderle in maniera esaustiva occorre descriverle puntualmente in ordinecronologico.

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CLOSEPLATING E FRENCH PLATING

Una particolare tecnica in usofin dal XVIII secolo è il cosiddetto close plating che permettevadi ottenere manufatti in ferro o acciaio rivestiti in argento. Questa tecnica(contrariamente al più noto old sheffield plating che discuteremo piùavanti) non aveva lo scopo di risparmiare sull’elevatissimo costo di mercatodell’argento, ma semplicemente quello di poter realizzare oggetti cheavessero, per il loro particolare utilizzo, una resistenza più elevata diquello dell’argento sterling. Questa tecnica, impiegata principalmenteper piccoli oggetti, sovente destinati al taglio (smoccolatoi per candele, lamedi coltelli, ecc.), consisteva nel rivestire un’anima di ferro o acciaiocon argento. Siccome è impossibile far aderire direttamente l’argento alferro, il manufatto veniva preparato per trattamento con decapanti (per toglierela sporcizia ed il grasso) e quindi trattato con particolari sostanze (solitamente sali d’ammonio),atte apreparare la superficie alle fasi successive del processo. Il pezzo veniva poi ricoperto con stagno fuso e, prima che questo solidificasse,vi si faceva aderire un sottile foglio di argento (di spessore leggermenteinferiore ai fogli di alluminio utilizzati in cucina). Dopo solidificazione iltutto veniva rifinito e lucidato.

Molti di questi oggetti (quasitutti databili nella prima metà del 1800) sono marcati in modo moltocaratteristico: il luogo degli hallmarks che si rinvengono sull'argento massicciosi trovano marchi di fantasia costituiti da simboli, anche di derivazionealchemica, lettere e, in qualche caso, il nome completo dell’argentiere divisoin due parti (il tutto da l’impressione visiva di una serie di marchi comequelli utilizzati sull’argento,).

SmoccolatoioLondra circa 1816 vedila descrizione

Alcuni pezzierano marcati P.S. (platedstill), con un marchio marchio molto simile a quello del notissimoargentiere Paul Storr che con il close plating non ha mai avuto nulla ache vedere. Questa particolarità ha indotto in errore, attribuendo improbabilioggetti al noto argentiere, non solo profanicollezionisti, ma anche esperti di tutto rilievo.

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Sopra:Tipici marchi utilizzati per l'acciaio placcato argento (PS: plated steel)dall'argentiere Londinese Savory.

Sotto:Marchi di Paul Stoor (notare l'impressionante somiglianza del marchio PS)

Verso la fine del XIX secolo si è trovato il modo di produrre il closeplating mediante argentatura galvanica ottenuta rivestendo il pezzo primacon nichel, poi con rame ed infine con argento. Questi oggetti (soprattutto lamedi coltelli per il pesce) erano spesso marcati con EP (Electro Plated).Anche in mancanza di marchi identificare il close plating è relativamentesemplice in quanto l’oggetto, avendo un’anima di acciaio, viene attratto dauna calamita.

Una tecnica simile al closeplating, è il cosiddetto French plating, utilizzata perargentare a fuoco manufatti in bronzo. Questa tecnica è stata utilizzatasoprattutto nel XVIII secolo per candelieri, porta spezie, vassoi e zuppiere. E’comunque quasi impossibile venire in contatto di simili oggetti conl’argentatura (o tracce di essa) ancora presente.

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OLDSHEFFIELD PLATING O FUSED PLATING

Molto più noto è il cosiddetto oldsheffield plate, o fused plate, termini con cui siidentifica una tecnica di produzione di lastre di rame ricoperte con argentomediante l’azione del calore (i manufatti ottenuti per argentatura galvanica,di cui parleremo più avanti, non possono essere chiamati con questo nome).

Anchese esistono evidenze fin dal medioevo sulla possibilità di ricoprire il ramecon argento (pratica da sempre associata ai falsari), la scoperta ufficialedella possibilità di far aderire ilmaniera molto tenace rame ed argento (due metalli appartenenti allo stessogruppo del sistema periodico e quindi molto affini fra loro) è attribuita, nel1743, all'argentiere di Sheffield Thomas Boulsover, da cui il nome della tecnica.Boulsover non comprese appieno la potenzialità e l’importanzadella scoperta, utile per produrre manufatti a basso costo e,quindi, aprire nuove opportunità di mercato tra la piccola e media borghesia.Infatti sebbene i tempi di preparazione della materia prima e la lavorazione deimanufatti fossero più lunghi di quelli per la realizzazione di unsimile oggetto in argento, il basso costo del metallo compensava abbondantementeil maggior impegno manuale.

Gli oggetti venivano realizzatialla stessa maniera di quelli in argento (a parte le rifiniture che sono moltopiù problematiche) partendo da lastre prodotte industrialmente con unatecnica molto particolare. Nei dettagli, una lastra o lingotto di rame (contenente piccolequantità di zinco e piombo), veniva pulita e sgrassata e sopra vi siposizionava una lastra di argento sterling che, dopo essere stataricoperta con una ulteriore lastra di ferro, veniva martellata per farle aderireal rame. La lastra di ferro veniva rimossa e l’argento cosparso di polvere dicalcare e ricoperto con una nuova lastra di rame (questa operazione aveva loscopo di evitare il contatto dell’argento con l’ossigeno atmosferico nellesuccessive fasi di lavorazione). Il tutto veniva posto in un forno e scaldatofino a quando l’argento cominciava a colare sui bordi della lastra di rame. Dopo rimozione dal forno,il tutto era pulito e la lastra di rame a cui l’argentoaveva aderito inviata alla laminazione. Dal 1763 sono state prodottelastre di Old Sheffield con argento su entrambe le superfici, e dal 1768anche fili.

Le prime produzioni eranolimitate e rivolte principalmente a scatole per il tabacco e bottoni. Unimportante incremento di produzione si ha dal 1750 ad opera di Joseph Hancock diSheffield e dal 1760 ad opera di Tudor e Leader.

Prima dell’introduzione dellalastra a doppio foglio di argento, era comune saldare due pezzi di lastra dallaparte di rame, soprattutto per vassoi e coperchi, sia per problemi diconsistenza, ma anche di difficoltà di stampaggio di lastre di grosso spessore.Per nascondere i bordi, dove il rame era ben visibile, la lastra veniva ritorta eribattuta, oppure venivano stampati pezzi costituiti da due parti separate cheerano poi saldate nascondendo i bordi di rame. Le parti interne (ma inqualche caso anche i bordi) venivano ricoperte di stagno e col tempo tendevanoad assumere una patina grigia molto più scura delle superfici in argento. Dal1785 i bordi venivano anche ricoperti con argento fuso.

L'incisione, molto diffusaalla fine del 1700, non era praticabile sui manufatti in old sheffieldsenza rischiare di mettere a nudo il rame sottostante, per cui veniva utilizzatauna tecnica alternativa di lavorazione a flat chasing o cesello a piatto(in pratica unolavorazione a sbalzo molto contenuta) . A partire dal 1790 ilproblema viene risolto inserendo nell'oggetto una placca in argento sterlingsulla quale veniva poi eseguito il lavoro di incisione; dal 1810 la tecnica vieneperfezionata saldando a fuoco un sottile foglio di argento.

Dall’inizio del 1800 sidiffuse la moda dello sbalzo molto elaborato e vistoso e ricco di decorazioni.Le tecniche di produzione dell’old sheffield si adeguarono diventandosempre più raffinate e le decorazioni si ottenevano riempiendo di piombosottili lastre d’argento stampate nella forma desiderata e poi saldate aglioggetti.

I primi oggetti realizzati in oldsheffield non venivano marcati. Nel terzo quarto del 1700 vennero introdottimarchi simulati applicati a martello che però caddero ben presto in disuso. Dal1784 un atto del parlamento impose la registrazione presso l’Ufficiodi Controllo di Sheffield di appositi marchi costituiti da simboli e dal nomedell’argentiere scritto per esteso, oltre che da un numero di modello (spessoconsiderato erroneamente da alcuni collezionisti come la data di produzione). Poche sono però le adesioni a questonuovo sistema e nulla accadde fino a tutto il primo quarto del 1800.

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Tipici marchi di Matthew Boulton (sole) diBirmingham in uso dal 1784

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ELETTROPLATING

Ma la storia e la tecnologia dell’oldsheffield aveva ormai i giorni contati. Nel 1834 il chimico e fisico ingleseMichael Faraday scopre le leggi dell’elettrolisi e ben presto, nel 1840,Elkington di Birmingham ottiene i primi brevetti per l’argentatura galvanica (electroplating)dei metalli. Molti produttori si convertirono alla nuova e più economicatecnologia e molti altri chiusero ben presto i battenti. Si pensi che ladiffusione di oggetti ottenuti per ricopertura galvanica di argento ebbe unosviluppo estremamente veloce, tanto che nella famosa Great Exhibition diLondra del 1851, voluta dalla Regina Vittoria e dal Principe consorte Alberto,praticamente tutti gli oggetti argentati esposti erano ottenuti con la nuovatecnologia.

Ilmaggiore artefice di questa tecnologia è stato sicuramente Elkington & Co.(vedi l'articolo: Due argenti di qualità di Elkington & Co.)

La tecnica di ricoperturagalvanica consiste nell’applicare una differenza di potenziale tra dueelettrodi: un catodo, costituito dall’oggetto da argentare, ed un anodo,costituito da una lastra di argento puro, entrambi immersi in una soluzioneacquosa di elettrolita (solitamente cianuro d’argento): l’anodo si scioglieprogressivamente nella soluzione e l’oggetto che costituisce il catodo vienericoperto di argento. Alla fine del processo il pezzo appare di colore biancolatte e deve essere lucidato, processo che provoca il parzialedistacco dell’argentatura (di consistenza porosa) che, essendo di argento a titolo 1000/1000 èestremamente soffice e delicata. L’argentaturaè uniformemente distribuita su tutte le parti dell’oggetto e le operazione difinitura sono quindi quasi del tutto superflue. Non solo, ma non è nemmenonecessario preparare il fondo in modo scrupoloso togliendo i residui dellesaldature come invece doveva essere fatto con l’old sheffield. Ilrisultato è che, a partire dal 1850, vennero prodotti una quantitàimpressionante di oggetti argentati per via galvanica e la loro qualità scaddeprofondamente ed inesorabilmente, tanto che al giorno d’oggi non è quasi possibiletrovare un oggetto d’epoca con l’argentatura originale ancora integra. Ipezzi di periodo vittoriano commercializzati hanno quasi sempre subitoriparazione e riargentatura. Per la verità qualche sforzo fu fatto nell’intentodi produrre oggetti di qualità e più resistenti all’uso ma i difetti di basedi questa tecnologia non sono mai stati completamente eliminati. Inoltre ilmetallo base cambiò ben presto: tra i più utilizzati vi sono il nichel, poi il nickelsilver o German silver, una lega a base di nichel, zinco e rame dellafamiglia della nostra argentana o alpaca, e, in seguito, il white metalo britannnia metal (da non confondere con il britannia standarddell’argento), una lega simile al peltro, a base di stagno con piccoleaggiunte di antimonio e rame. Queste nuove leghe avevano anche la prerogativa diessere dello stesso colore dell’argento e di nascondere le eventuali perditedi argentatura.

L'edittodel 1784 sulla marcatura deglioggetti in old sheffield non si applicava al nuovo tipo di produzione enon era nemmeno indispensabile registrare il proprio marchio, cosicché gliargentieri si sbizzarrirono ad inventare marchi di fantasia (cosiddetti pseudo-hallmarks)che richiamavano a colpo d’occhio una serie completa di marchi dell’argento sterling.

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Pseudo hallmarks raffiguranti simboli elettere su oggetti argentati per via galvanica nel periodo vittoriano

Per evitare confusioni e frodi, apartire dal 1896 tutti gli oggetti argentati per via galvanicadovevano portare la scritta EP (Electro Plated), EPNS (Electro PlatedNickel Silver) o EPBM (Electro Plated Britannia Metal), questi ultimierano generalmente quelli di qualità più scadente.

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Marchi in uso dopo il1896 indicanti che il pezzo è stato argentato per via galvanica su nickelsilver (EPNS) o britannia metal (EPBN). La scritta A1 nellafoto a sinistra indica che l'argentatura ha uno spessore di 40 mminvece degli usuali 25

Un'alternativaalla tecnica di deposizione elettrolitica è stata messa a punto e brevettata daJ. Prime di Birmingham nel 1844 ed utilizzata dei discendenti Thomas Primes& son tra il 1844 ed il 1894. Si tratta di una tecnica di deposizionemagnetica di argento ("magnetic plating"), che prevedel'utilizzo di campi magnetici e bagni appositi, ma non l'impiego direttodell'elettricità.

Marchidi Thomas Primes & Co su un oggetto argentato per con argentatura magnetica

Saperdiscriminare tra oggetti inold sheffied plate ed Eloctro Plate è fondamentale, essendo iprimi molto rari e di elevato valore di mercato. Si deve tenere presente che ilmetallo base dell’old sheffield è una lega a base di rame dalcolore rosso mattone tendente al bruno: con l’uso gli oggetti tendono adesporre il metallo base ed appaiono tratti colorati di rosso bruno (bleeding).

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Bleeding, affioramenti dellabase in rame a seguito della ripetuta pulizia dell'old sheffield edell'usura.

I rari pezzi argentatigalvanicamente con base in rame, marcati dal 1896 con EPC (Electro PlatedCopper) mostrano il metallo sottostante (che e rame puro) di color rossopiù vivo.Inoltre gli oggetti in old sheffield presentano rifiniture effettuate conaltri metalli (specialmente stagno) che assumono col tempo un colore più scurodell’argento e le parti interessate dalle saldature (per le quali si utilizza una lega d’argento ad elevatocontenuto di rame) appaiono di colore giallastro. Gli oggetti argentati per viagalvanica si presentano invece uniformi nel colore (a meno di perdite evidentidi argentatura) in tutte lo loro parti. Si deve tuttavia tenere presente chemolti oggetti in old sheffield possono avere subito una argentatura galvanicaposticcia.

I manufatti un EPBM hanno unsuono sordo se percossi ed il metallo è bassofondente (non possono quindi esserescaldati direttamente sul fuoco). Quando l’argentatura si abrade il metallosottostante appare di colore grigio scuro.

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ELECTROFORMINGO ELECTROTYPING

Un’ultima tecnica che vale lapena di citare è L’electroforming (elettroriproduzione),chiamata anche electrotyping (elettrostampaggio). Questa consistenel ricavare un calco di un oggetto con l’utilizzo di gomme speciali, che vienepoi utilizzato come stampo. Lo stampo viene ricoperto di grafite nelle parti chesi desidera conducano l’elettricità, oppure, se realizzato con gommeconduttrici, vengono isolate le parti da non rivestire in argento. Lo stampo è poi utilizzato come catodo in un bagno galvanico. Applicando una differenza dipotenziale l’argento si deposita sullo stampo creando una perfettacopia (almeno nella parte esterna) dell’oggetto di partenza. Il processotermina quando si era raggiunto lo spessore di argento desiderato. La parteinterna dell’oggetto (quella non a diretto contatto con lo stampo) appareperò irregolare e rugosa il che ne permette, unitamente alla morbidezzainusuale dell’argento (che ovviamente è a titolo 1000/1000), un agevolericonoscimento.

Inmolti casi questa tecnica serviva per riprodurre oggetti realizzati in metallinon preziosi (es. rame) che poi venivano argentati elettroliticamente.

Questa tecnica, brevettata daElkington verso la metà del 1800, è stata utilizzata per riprodurre scatole eparti di oggetti in argento che venivano rivestiti all’interno con tela olegno.

La tecnica ha avuto ancheapplicazioni accademiche per permettere lo studio approfondito di oggetti moltorari. Ad esempio nel 1853 Elkington ricevette una commessa dal Ministerodell'Istruzione e delle Scienze inglese per la riproduzione a fini didattici dioggetti conservati al South Kensington Museum (oggi Victoria & Albert Museum).Ancora, un gran numero di argenti di periodo Elisabettiano (XVIsecolo) conservati al Museo del Cremlino sono stati riprodotti alla fine del XIX secoloutilizzando questa tecnica. Molte di queste copie sono ancora oggi conservate evisibili nella Silver Gallery del Victoria & Albert Museum diLondra.

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Author: Msgr. Benton Quitzon

Last Updated: 06/24/2023

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